
E’ stata lei a dirmi di sua iniziativa (ora uso un nome di fantasia): “Maria
ha detto che sono cattiva”, dopo averle chiesto chi fosse mi guardava impaurita
e scuoteva la testa. Non potevo continuare a non capire ma non potevo nemmeno
insistere troppo. Ho parlato con la sua docente e mi ha riferito il fatto
accaduto, dicendomi che di solito la bambina non ne parlava mai, tanto meno con
persone che conosceva da appena una settimana. Non so bene nemmeno io perché
l’avesse detto a me, forse perché le avevo dimostrato quelle attenzioni che la
sua docente attuale non poteva darle badando a molti scolari oppure perché ero
riuscita a trasmetterle una certa calma interiore per liberarsi dal peso che
aveva. Da quel momento ho capito che è importante cercare di cogliere tutti i
minimi segnali che qualcuno ti invia per riuscire a relazionarsi al meglio con
lui.
Riuscire ad ascoltare una persona significa rispettarla.
Ciao Stefania, sono Francesca, una ragazza di vent’anni. Ciò che hai scritto in merito alla tua esperienza personale mi ha molto colpita, perché anche io ho svolto un tirocinio in un ambito così delicato come quello che descrivi.
RispondiEliminaÈ molto bello quando, invece di basarsi su discorsi astratti, si può parlare di fatti concreti, dando agli altri l’occasione di riflettere su tematiche che sentono vicine.
A questo proposito vorrei condividere la mia esperienza. Mi viene in mente una bambina, ospite del luogo in cui ho effettuato il mio tirocinio: ha grandi problemi di comunicazione e riesce ad esprimersi soltanto a gesti e borbottamenti. Ma…quando la comunicazione verbale non è del tutto possibile, come nel suo caso, siamo tutti capaci e disposti a comunicare con lei in altri modi? Nel poco tempo in cui sono stata con lei, ho acquisito anche io i gesti che abitualmente usano le persone per comunicare con lei…ed ho capito che, comunque, l’importante non è il gesto che fai, ma il fatto che fai il gesto. Dimostri a chiunque di poter essere compreso e accettato. Spesso ci vuole così poco per superare quegli ostacoli che per altri possono sembrare insormontabili: una parola, un abbraccio. Si tratta di Ascolto. Non mi riferisco solo ad un ascolto di parole, ma anche ad un ascolto che va oltre a ciò che una persona dice. Come sostieni tu stessa, l'espressione del viso, il tono della voce, la postura forniscono sicuramente dei segnali fondamentali che vanno integrati con le parole che una persona riesce ad esprimere.
A mio parere hai fatto molto bene a non dimostrarti insistente con la bambina, a non voler sapere subito cosa si celava dietro le sue parole. Spesso è giusta anche l’attesa, per poter ascoltare e poter prestare aiuto, nel modo più adeguato.
Non solo nelle situazioni delicate come questa, ma anche nella vita di tutti i giorni, è fondamentale che ci sia qualcuno disposto ad ascoltare, che ci comprenda e che ci accolga così come siamo, con debolezze e sicurezze.
Grazie per l'occasione di questo confronto.
Il mio primo giorno di stage in quel centro riabilitativo mi aveva sconvolta, non ero abituata a stare in contatto con bambini così speciali. Non diversi, non difficili, non problematici ma semplicemente speciali. E lo sono per davvero. Ti sanno regalare delle emozioni uniche e, infatti, quella vissuta è un'esperienza che porterò per sempre nel mio cuore.
EliminaSarei interessata nell'approfondire con te questo argomento: Come l'hai vissuto il primo giorno? Quali son stati li aspetti positivi e negativi (se ce ne son stati)del tuo stage?
Il primo giorno avevo parecchio timore di commettere qualche errore, come in ogni situazione nuova, a maggior ragione perchè questa era più delicata di altre. Poi ho deciso di ascoltare il mio istinto, e di lasciarmi andare.
EliminaDi lati positivi ce ne sono stati tanti, ma il più importante è stata la possibilità di approfondire aspetti di questa realtà che non conoscevo e che si comprendono solo vivendoli in prima persona.
Se ti dicessi che di aspetti negativi non ne ho trovati, mentirei.
Lati negativi, come l'ascoltare testimonianze di persone, bambini, che hanno subito maltrattamenti violenza o abbandono, da parte di persone che dovrebbe prendersi cura di loro. Insegnanti (come è accaduto a te) o familiari. Negativi perchè hai la conferma che fatti di questa entità accadono davvero. Immagina di trovarti di fronte a degli occhioni che parlano, che raccontano la loro storia. Un bambino che è stato abbandonato dalla madre appena nato, perchè ha gravi problemi di salute. Mi ha molto colpito vedere quel viso innocente e fragile, raccontare la sua tristezza solo con lo sguardo.
Purtroppo queste realtà esistono davvero, e conoscerle da vicino richiede forza, soprattutto quando si tratta di bambini.
Sia per gli apetti negativi, che positivi, questa è comunque un'esperienza che mi ha insegnato tanto e che rimarrà sempre importante.
Riesco a capirti alla perfezione dato che anch'io ho provato la stessa cosa. Avevo paura di sbagliare in continuazione perchè se con i bambini bisogna avere molta esperienza e prudenza nel relazionarsi con loro, con questi, è inutile negarlo, ce ne sarebbe voluta almeno il doppio.
EliminaPensa che dopo poche ore che ero lì un bimbo iperattivo ha avuto una crisi: ha iniziato a strappare fogli, lanciare oggetti, correre dappertutto ed urlare. Ad essere sincera ne ero rimasta persino impaurita, due insegnanati hanno cercato di intervenire subito ma nemmeno in due riuscivano a fermarlo, ho dovuto aiutarle. E' stata una scena fortissima per una persona che, come me, aveva sentito parlare di iperattività solo in astratto e a grandi linee. Sono, però, dell'idea che quella fosse la prima prova che dovetti affrontare, le successive sarebbero state solo in discesa. Ed è stato effettivamente così.
Non posso sicuramente dire che è un lavoro facile, anzi mi ha fatto stimare molto quelle docenti ed essere grata per il lavoro che fanno per la nostra società.
Mi ha fatto capire che non riuscirei mai a fare quel mestriere perchè richiede troppa forza psicologica, oltre che fisica, ma rimarrà per sempre un'esperienza interessante e a me cara.
A te, se posso chiedertelo, cos'ha fatto capire riguardo all'ambito lavorativo?
Sicuramente condivido con te che non è un lavoro facile, quello che ho osservato io, anzi, che abbiamo osservato noi. L'insegnante di bambini speciali non credo sia un lavoro qualunque.
EliminaHai ragione che questo mestiere richiede tanta forza psicologica, ma nonostante questo non mi sento di escluderlo totalmente. Si è rafforzata la mia opinione che è giusto che ci sia qualcuno che si impegna per questi bambini, come hai detto anche tu in precedenza. Io, magari non allo stesso modo di quelle insegnanti, penso che potrei, in un futuro, farlo. In quale modo ti domanderai. La mia scelta universitaria, servizio sociale, è stata influenzata anche da questa esperienza. Tra i tanti ambiti in cui potrò operare, mi limito a riferirmi a questo: vorrei poter riuscire, ad esempio, a progettare, organizzare e gestire i servizi in modo personalizzato, creare unità tra centri e ambiente esterno...insomma, aiutare questi bimbi a sentirsi a casa, ovunque.
Mi ha confermato ancora una volta che per svolgere un qualsiasi lavoro è necessario, quando possibile, farlo con il cuore, fare quello che piace. Certo che non sempre è possibile, ma se il lavoro è scelto secondo le proprie "caratteristiche" risulta più facile svolgerlo e il risultato è sicuramente migliore. Quindi secondo me ascoltare l'istinto, fino ai limiti del possibile, è quello che bisogna fare. Infatti credo che quelle insegnanti siano lì, per quanto difficile sia, perchè il loro istinto ha suggerito questo. Concordi?
Si si Francesca, concordo appieno. E' molto interessante sentire, a mio parere, quanto questo stage ci abbia influenzato anche in modo diverso riguardo alla nostra scelta universitaria. Come ti ho detto, personalmente avevo escluso la possibilità di un futuro lavoro nell'ambito dello stage da me svolto ed ora infatti sto frequentando Scienze dell'educazione e della formazione con curriculum Prima infanzia quindi vorrei e spero di dedicarmi ai bambini piccoli.
EliminaE' bello confrontarsi con persone coetanee che hanno avuto la tua stessa esperienza per capire come loro l'hanno vissuta ed interpretata. Ti ringrazio molto per il confronto.
La penso al tuo stesso modo. Mi ha fatto molto piacere anche poter rivivere nuovamente le sensazioni di quella esperienza. Grazie a te dello scambio di opinioni! :)
EliminaUn saluto, Francesca