giovedì 25 luglio 2013

Legame "Genitori - figli"



Mi sembra opportuno integrare il discorso fatto la precedente volta sulla comunicazione in famiglia,  vista come cerniera fra il bambino e la società, in quanto avere cura della relazione genitoriale e, quindi, avere cura della formazione dei figli, implica imparare l’ascolto di sé. Si tratta di imparare ad ascoltare se stessi per imparare ad ascoltare l’altro. Si tratta di guardare con occhi nuovi una persona che proviene da noi ma che dobbiamo “trasportare” verso una vita autonoma e responsabile.
Probabilmente se fosse possibile tracciare delle linee guida per la costruzione di un legame “genitori-figli” l’ascolto sarebbe uno dei primi punti da sottolineare. Esso risulta essere il mezzo per rendere senso alla vita degli altri e con gli altri. Serve per non imporsi ma rispettare l’essenza dell’altro e dargli la giusta importanza, in un mondo dove spesso sembra regnare il dominio e lo sfruttamento dell’altro.
Ulteriori linee guida possono essere rappresentate da azioni molto collegate all’argomento del mio blog: l’empatia, la capacità di porgere la parola, quella di porgere l’attenzione ed, infine, quella di essere una guida morale ed etica consapevole. Questi quattro punti verranno trattati in modo più approfondito la prossima volta.

venerdì 19 luglio 2013

Partenza: conversazione familiare



“La conversazione familiare, a tavola o fra le mura di casa, è il veicolo dei modelli formativi.” (Vanna Boffo)



Prendendo spunto da quanto appena citato sembra opportuno sottolineare l’importanza che assume la conversazione familiare poiché tramite essa il bambino acquisisce le prime regole per capire come relazionarsi con gli altri. Dunque, parlare in famiglia non solo dona al piccolo la chiave per accedere al proprio pensiero, ma grazie ad esso impara anche a modellarsi in riferimento alla propria comunità, ne condivide le regole e le mette, spesso, anche in discussione.


Col termine “conversazione” voglio intendere la gestione dei turni: il giovane inizia ad apprendere quando può parlare e quando, invece, deve rispettare l’altro stando in silenzio e mettendosi, quindi, in una posizione di ascolto. Questa non è facile da comprendere perché inizialmente il piccolo sarà portato a parlare a ruota libera, interrompere le persone per dire la propria e mettersi al centro dell’attenzione, tuttavia, ci può riuscire con un po’ di esercizio, osservando semplicemente il dialogo tra i genitori.


Mettersi in una posizione di ascolto, per il bambino, e non solo, è un grande momento di crescita.

martedì 2 luglio 2013

CONCEDERSI






L'ascolto è un “concedersi” all’altro, implica un voler aiutare un determinato soggetto e prendersi cura di lui poichè consiste nel mettersi a disposizione completamente, senza per forza dare giudizi o consigli.
A volte l'altro ha semplicemente bisogno di parlare e sapere che qualsiasi cosa dirà verrà "accolta" da te perchè tu sei lì solo per lui. Si tratta, quindi, di dare le attenzioni di cui lui necessita per sentirsi valorizzato o semplicemente più vivo. Ecco che, allora, l'ascoltare una persona può essere considerata una cosa da poco per molti, ma di grande importanza per quei pochi che contano davvero.